Il racconto vincitore

Il laboratorio/concorso di Suzzara è stato – a detta degli stessi partecipanti – un successo. Non posso che confermarlo: i 24 posti disponibili sono stati subito esauriti e tutti gli scriventi – e gli autori – presenti si sono impegnati al massimo. Li ringrazio sia personalmente sia a nome dell’intera MacAdemia. Quello che state per leggere è il racconto che ha ottenuto il maggiore consenso dal pubblico.

L’appuntamento

L’appuntamento era per le 21. Subito dopo la chiusura della biblioteca. C’arrivai tagliando per i giardini. Nella nebbia che a poco a poco s’addensava intravedevo a malapena la fontana circondata dall’oscurità, appena interrotta dalla luce tremula dei lampioni.
Marco era in ritardo. Cominciavo a preoccuparmi: mi aveva telefonato chiedendomi in maniera concitata di vederci subito. Nonostante la calma fosse il suo forte l’avevo sentito particolarmente agitato e impaurito: mi accennava confusamente a dei debiti da saldare.
Distrattamente feci due passi in direzione della fontana. Qualcosa attirò la mia attenzione.
Dall’acqua, che arrivava raso al bordo della vasca, affiorava la sua sciarpa di seta gialla. Mi avvicinai correndo e vidi il corpo di Marco galleggiare riverso nella fontana. Lo afferrai sotto le ascelle e lo tirai fuori, ma Marco non dava segni di vita. Mentre cercavo di rianimarlo, all’improvviso sentii un rumore alle mie spalle, uno scricchiolio di ramo spezzato; mi voltai di scatto.
Di fronte a me un poliziotto. Mi tranquillizzai anche se in paese non l’avevo mai visto prima. Gli gridai di avvicinarsi, mostrandogli il cadavere ai miei piedi.
Non ebbi il tempo di pensare, vidi solo che lui mi sorrideva in modo strano, venendo verso di me.
Il riflesso sprezzante dei suoi occhi si confuse con quello della lama che, apparsa in un attimo, penetrava nella mia carne.

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