Lo scaffale dei libri che crescono

A complemento del confronto che sta sviluppandosi sul mio piccolo blog di servizio MacAdam, vi invito a leggere il seguente contributo. Alessandra ha deciso di parlare di libri sfruttando il punto di vista di questi ultimi. Una scelta particolare che può aiutarci a riflettere meglio sui metri di giudizio che applichiamo.

di Alessandra Castelli

In una biblioteca molto disordinata i libri prestigiosi sonnecchiavano accanto a quelli di pessima fattura, rimpiangendo i tempi in cui venivano accuratamente sfogliati da mani dotte e interessate. Anche i Grandi Classici, prima richiestissimi, ora giacevano sugli scaffali polverosi come libri qualsiasi, dimenticati da tutti. Nelle loro ciarle, i libri prestigiosi avevano definito gli odierni proprietari della libreria dei veri e propri zoticoni e odiavano essere toccati dalle loro manacce. Almeno così dicevano l’uno all’altro.

« Oh no! Sceglie me! » Sussurrò con finto sdegno Dostoevskij al vicino, mentre una piccola mano si avvicinava come se volesse prenderlo.

« Amico mio, spero proprio per te che non sia così! » Gli rispose Il Circolo Pickwick, con malcelata invidia, spostandosi in modo tale che la luce della stanza lo mettesse in evidenza. La stessa mano indugiò un attimo su di lui ma poi rapidamente si allontanò.

« Ma perché sempre io? » Domandò un librettino “da niente” in modo da far sapere a tutti di essere stato scelto ancora una volta.

« Perché i giovani sono degli analfabeti! » Gli urlò di risposta Dostoevskij che tutti chiamavano dottor D.

Preso dall’impeto della risposta, il dottor D., perse l’equilibrio e cadde al suolo scompaginandosi tutto sotto lo sguardo costernato dell’intera biblioteca. Dopo qualche attimo d’imbarazzo, gli amici ripresero a lagnarsi come nulla fosse successo, mentre i libri più giovani ridacchiavano fra loro. Una grande mano raccolse il “reduce”, lo ricompose e lo accarezzò, ma Il dottor D., livido di rabbia, ne ferì un dito con il bordo strappato della copertina. Poi, ritornato sul ripiano, vi si rincantucciò e non profferì parola per il resto della giornata.

Dallo scaffale più in basso, intanto, giungevano gli schiamazzi e le risate dei libri per l’Infanzia che, insieme ai Gialli, erano sempre pronti a fare confusione. I Grandi Classici ascoltavano i loro discorsi con molto sussiego e tanta invidia. E quando il desiderio di partecipare alle loro chiacchiere diventava proprio insopportabile ecco che, a turno, davano sfogo a tutto il malumore che li attanagliava:

« Ehi! Laggiù! Fate silenzio! »

« Selvaggi ciarlatani! »

« Zitti! La cultura è riflessione! »

Sullo scaffale inferiore, ovviamente, la confusione aumentava a ogni strillo dei “parrucconi”. Improvvisamente il Volume Z del Vocabolario Treccani, confinato proprio su quel ripiano, decise di lasciarsi cadere addosso al GGG. Un grido di dolore ammutolì tutti e persino i Grandi Classici provarono una punta di simpatia per quel piccoletto che, certamente, ne sarebbe uscito tutto ammaccato.

I compagni di scaffale del GGG insorsero contro il Treccani e i “polizieschi” furono ben felici di avviare le indagini per stabilire se “il quasi omicidio” del GGG fosse intenzionale o colposo. La biblioteca si stava dividendo in due fazioni: una a difesa e una contro il Treccani. Quest’ultimo si avvalse della facoltà di non rispondere e il GGG, già sgrammaticato di suo, ora poteva solo bofonchiare parole incomprensibili. Fu così che anche questo avvenimento, che avrebbe potuto spezzare la monotonia, ben presto divenne privo d’interesse. I polizieschi, dopo pochi ulteriori tentativi, rinunciarono al venirne a capo.

Un giorno, però, la mano grande iniziò a spostarli distribuendoli sui ripiani in modo diverso. I più prestigiosi sospirarono di sollievo, sicuri che sarebbero stati raggruppati secondo il rispettivo valore. A parer loro, quella nuova collocazione avrebbe riportato, una volta per tutte, la pace tra i libri. Quando scese la sera e il trasloco fu temporaneamente sospeso, Il Dottor D, che fino a quel momento non aveva osato guardarsi attorno, sbirciò appena il proprio vicino scoprendo così di trovarsi accanto a un libro di recentissima pubblicazione. Orrore!

Il giovane libro, sentendosi osservato, prese il coraggio e si presentò: « Ciao! Io sono Minaccia su Gorm e quello che ti è vicino dall’altra parte è il mio amico Let it be. Sono contento di starti vicino. »

« Io no. » rispose il dottor D, chiudendosi in un offeso e ostinato silenzio.

« Psst. Psst Dottor D! Ci sono anche io, Moby Dick! Vedrà che domani cambieremo ripiano» Lo confortò Moby, sempre ottimista.

Il volume che era accanto a quest’ultimo intervenne in una lingua sconosciuta e non ricevendo risposta da Moby, chiese nuovamente: « Ehi amigo, tu no intiende mio hablar? »

Moby Dick, che aveva un cuore giramondo e curioso, stava per rispondere quando la voce de Il Piccolo Principe gli intimò: « Non dargli retta! È Cosmic Bandidos, un tipo losco.»

A quelle parole anche il pachidermico ottimismo di Moby vacillò e il libro, colto da malore, svenne sul ripiano.

La mattina successiva, la grande mano tornò per terminare l’opera e il Gabbiano Jonathan Livingstone capitò proprio accanto al Piccolo Principe che lo ricevette tutto festoso: « Benvenuto! Sono molto contento che tu sia qui, io provo molta simpatia per gli aviatori! »

« Grazie! Hem… è che … sai, non sono ancora troppo esperto. E poi io parlo del volo ma, in verità, parlo di altre cose che non c’entrano. »

« Se è per questo, anche io parlo in un modo ma il vero significato di quello che dico è un altro.»

« Anvedi questi, oh! Ma parla come magni!» Esclamò, scocciato, il Pascarella prima di essere spostato su un altro ripiano. Una mano piccola giunse in aiuto dell’altra, sfiorò i libri leggendone i titoli e una vocina disse:
« Mamma, ma cosa c’entra Moby Dick con Narnia, Minaccia su Gorm, Trilogia di New York, Let it be, Delitto e castigo e tutti questi altri? »

« E brava la nostra nanerottola! » Esclamò il dottor D. « Finalmente qualcuno con un po’ di giudizio!» Concluse con un entusiasmo e un linguaggio che nessuno gli aveva mai sentito.

La mano grande accarezzò la manina piccola e una voce di donna rispose: « Bella domanda! Vediamo un po’ di trovare la risposta. Dunque: Minaccia su Gorm, l’hai detto tu, ha un finale che ancora non hai trovato, eppure sai che non si conclude solo con la salvezza di Gorm, vero? E poi il libro pone tante domande, mi pare…»

« Sì è vero! E Narnia parla di qualcosa che ancora non capisco bene ed è un libro triste. E il Piccolo Principe lo trovo noioso! Eppure tu dici che non è così » Rispose la voce infantile.

« Infatti non lo è. E ti posso dire che Trilogia di New York e Cosmic Bandidos vanno letti con molta attenzione perché nascondono parecchie cose sorprendenti.» Aggiunse la voce di donna.

« Se lo dici tu, ci credo, anche se non ne sono proprio sicura. Io dico solo che ci sono dei libri per bambini che a noi bambini non piacciono perché sono difficili da capire. Poi ce ne sono altri che, invece, leggi tante volte perché sono sempre nuovi. E quelli sono i libri che io adoro, i libri che crescono con me! »

« Bene! E allora tutti questi libri “speciali “devono avere un posto speciale anche nella nostra biblioteca, ti pare? » E senza attendere risposta la mano grande continuò il lavoro di riordino. La piccola, invece, sparì, per ritornare poco dopo con una scritta, a caratteri cubitali, su un foglio: “LIBRI CHE CRESCONO.

« Ecco fatto! Così sappiamo che qui ci sono i libri da leggere e rileggere. E se lo fai, alla fine, trovi il vero significato del libro.» Disse la voce di bambina.

Sui quei ripiani, i libri “speciali” fremettero di soddisfazione e Moby Dick riuscì persino a guardare con una certa simpatia quei sudisti di banditi cosmici! L’unico ancora convinto di essere “più speciale” degli altri era il Dottor D. Ma con lui, lo sapevano tutti, ci voleva solo un po’ di pazienza.

8 thoughts on “Lo scaffale dei libri che crescono”

  1. G r a z i e Alessandra…!!!

    Non hai idea cosa hai mosso, un’altra volta, dentro di me!

    Trovandomi però oggi a mezzogiorno in Farmacia, i miei occhi hanno trovato un depliant con il titolo
    ” L e g g e r e per crescere”
    e mi sembrava di sognare!!!
    E’ della GlaxoSmithKline e non riesco a capire il senso. Non c’e’ una unica pubblicita di un medicinale ma tutto un percorso per i genitori per avvicinare i piccoli bambini alla letteratura.
    Te lo mando via posta e spero che il tuo postino, in carne e ossa, è carino come il
    mio!!! 🙂

    Angela

  2. @Angela: Leggere per crescere è uno slogan usato da parecchie associazioni che cercano di invogliare i genitori a leggere per i propri bambini. Si tratta di un’iniziativa – a mio avviso – meritevole: se si conoscono i libri fin da piccoli è più probabile che li si impari ad amare. Dieci anni fa, con The Andromeda Society, promossi personalmente una raccolta di volumi per il dipartimento di pediatria dell’ospedale di Padova. Chiamammo la cosa: Leggere per guarire. L’importante, come sempre, è leggere! Un caro saluto a tutti,

  3. Grazieeee Fabio!!!

    Mi dispiace molto che non ero presente anche’io dieci anni fa. Mi sarebbe piaciuto
    tantissimo!!

    Angela

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