Naviglio Blues

Adele Marini è un’amica. Lo scrivo subito per chiarezza e perché di lei, fra l’altro, ammiro la capacità di stare contemporaneamente “dentro la storia” e “nella realtà”.

“Naviglio Blues”, la sua ultima fatica letteraria pubblicata dai Fratelli Frilli, coniuga in modo sapiente vari piani narrativi accostando fra loro – e fondendoli – fatti realmente accaduti ed elementi della finzione narrativa. Nella storia, dalla quale emerge una Milano cupa e complessa, le vicende legate alla scomparsa di tre bambini di differente estrazione sociale si intrecciano e si collegano a fatti apparentemente distanti. Contemporanei o relegati a un recente passato.

Ci sono le indagini ufficiali della Squadra Mobile e dei Carabinieri e quelle ufficiose e impacciate di un vecchio parroco. Ci sono i fantasmi della strage alla Questura di Milano del 17 maggio 1973 e le trame, ben tessute e orchestrate, della criminalità organizzata. Ci sono documenti ufficiali, verbali e persino un utile glossario delle principali abbreviazioni utilizzate durante lo svolgimento del racconto. In poche parole: c’è una storia, complessa e articolata, che vale la pena di leggere. E di gustare.
Dall’inizio alla fine.

Naviglio Blues
di Adele Marini
Fratelli Frilli Editori
Pagg. 487 – 15,90 Euro

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