Riflessione sulla creatività – Perché frequentare un corso di scrittura – 4

Ripropongo qui – per tutti voi che vi avvicinate a MacAdemia e per voi che avete già intrapreso questo cammino -, una personale Riflessione sulla creatività, pubblicata originariamente il 3 settembre 2015. Ho apportato alcune piccole modifiche per attualizzarla e per permettervi di entrare fin da subito nello spirito che anima MacAdam – MacAdemia di Scritture e Letture.

“Come chi mi segue sa già, io ho delle idee piuttosto chiare sulla scrittura creativa, sulla letteratura e sulla narrativa in genere. Questo non significa che quello che penso io sia giusto. Semplicemente implica che io porti avanti le mie personalissime idee.

Come sapete sulle scuole di scrittura creativa si è detto molto e molto si continuerà a dire: ogni scuola presenta le proprie caratteristiche, ha delle proprie regole e segue un proprio modello didattico. Non necessariamente tutte le scuole sono perfette come, vice versa, non tutte sono delle fregature. Ci sono però delle valutazioni generali, a mio avviso, che è necessario premettere prima ancora di decidere se iscriversi a una scuola di scrittura creativa o andare, per esempio, a fare una settimana di vacanza al lago. Sembrerà strano che queste considerazioni le faccia io – che ho la mia personale MacAdemia di narratologia – ma chi mi conosce sa esattamente i princìpi alla base del mio lavoro. Comunque, eccoli:

1. In una scuola di scrittura creativa non si diventa scrittori;
2. In una scuola di scrittura creativa non si impara a essere creativi.

Partiamo dal punto 1. Diventare scrittori è qualcosa d’altro rispetto al “saper scrivere”. Ci sono infinite possibilità: libri scritti malissimo che vendono un sacco, libri scritti così così che vendono bene, libri ben fatti che non vengono letti neanche se regalati, capolavori mai pubblicati per vari motivi, ecc. ecc. La definizione di “scrittore” spesse volte è autoattribuita e comunque – a mio avviso – non è sinonimo di competenza letteraria o di capacità narrativa. I motivi sono molti e qui non è possibile sviscerarli tutti. Fatto sta che “diventare scrittori ” non è un obiettivo che possa essere garantito da qualsiasi sia scuola di scrittura creativa. Né, tanto meno, da una scuola di narratologia come MacAdam – MacAdemia di Scritture e Letture.

Anche sulla creatività e sul cosa si intenda per creatività occorre esercitare dei distinguo. Lo scorso 25 maggio ’05 sono stato gentilmente invitato a parlare – dall’amico Filippo Albertin e dai suoi soci di Intermundia – alla conferenza “Abitare la creatività: verso una rete di pratiche nel territorio”. Insieme a me sono intervenuti anche Ferruccio Cavallin  e il sociologo Ivano Spano. Fra i contenuti emersi, grande spazio è stato dedicato proprio alla creatività e alle sue diverse forme. Quello che mi sento di poter dire – anche sulla base di quell’esperienza – è che spesse volte la creatività, cioè la “capacità di creare, di inventare con libera fantasia”, viene confusa con l’abilità del congegno: la bravura nel realizzare dei “nuovi” insiemi costituiti di vari elementi base opportunamente coordinati. Non so esattamente il perché alcune persone siano più creative di altre né, logicamente, per quali vie esse abbiano potuto sviluppare tale abilità. So però che non è possibile far diventare creativo chi non ha tale propensione di spirito.

In MacAdemia, per evitare qualsiasi fraintendimento, ho adottato una serie di specifici accorgimenti. Innanzitutto la parola scrittore è bandita: da me, al massimo, si può aspirare ad essere dei semplici – e competenti – “scriventi“. Secondariamente, viene scoraggiata qualsiasi ambiguità sul termine “creativa”: è la scrittura a esserlo e non la persona a diventarlo. Nei corsi che tengo fornisco una serie di competenze e di nozioni che possono essere congegnate le une alle altre per realizzare degli scritti di buona fattura – dove l’uso del termine “buona” è proprio -, nulla più. Sta sempre alla persona che segue il corso riuscire a sfruttare al meglio i vari strumenti per la produzione dei propri scritti.”

Come sono solito aggiungere: così è. Benvenuti in MacAdemia!

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