Solo per voi

Lo so, questo post doveva essere pubblicato ieri ma la quantità di tempo a mia disposizione è – fortunatamente – limitata. Comunque, eccolo qua: il vostro spazio libero è finalmente pronto. Valgono le regole che ci siamo dati a lezione: massimo 200 battute al giorno, su qualsiasi argomento. Non importa che vi sia o meno, una continuità: sentitevi liberi di utilizzare le parole come meglio credete in relazione al fine che vi siete preposti. Un’unica regola: fatela diventare un’abitudine quotidiana. E se non basterà questo spazio, ne aprirò un altro!

76 thoughts on “Solo per voi”

  1. Harry guardò Hermione sconsolato. La ragazza stava per piangere. Seduti sopra i tetti di quell’edificio sconosciuto volsero gli sguardi attorno con un filo di angoscia. Il paesaggio era indubbiamente bello. L’abbazia sulla quale si trovavano pareva incastonata tra i colli. All’interno il chiostro mostrava, qua è là, rimasugli di candida neve. In fondo s’era ancora a febbraio.
    Hermione si strinse nel cappotto e s’avvicino ad Harry con un brivido. Harry ne avvertì uno anche lui ma per tutt’altro motivo. Ogni volta il profumo dei capelli di lei lo metteva fuori combattimento peggio di una pozione di Voldemort.
    “Dannato Tom Tom “, disse. “Guarda cosa ci ha combinato! Ha confuso le coordinate di Hogwarts con quelle di ‘Euganeus’ ! Chissà per quale stregoneria”.
    “Forse qualcuno ci ha voluto qui”, disse Hermione con la sua vocina ancora rotta dal pianto. “Magari ci vogliono rinchiudere dentro una torre”.
    “Non credo mia cara Hermi”, disse Harry carezzandole la guancia. “Le costruzioni più alte che vedo sono il campanile alle tue spalle e l’osservatorio astronomico, credo, che vedi laggiù”.
    All’improvviso volsero lo sguardo in basso e, da un lato del chiostro, notarono aprirsi una porta. All’interno di essa intravvidero un tavolo con alcune persone sedute. L’aria espandeva un’aroma di cibarie che stimolarono immediatamente in loro un certo appetito.
    Inforcarono ognuno la propria scopa di Quidditch e volarono all’interno della stanza.
    Quello che videro, senza essere scoperti, li lasciò senza parole. Sul tavolo giaceva una pila di libri e l’uomo, seduto a capotavola, parlava, parlava, parlava che neanche Albus Silente, quando esagerava con il suo sidro ‘voltababbani’ , sembrava così loquace.
    Scoprirono così la loro storia narrata. O almeno quello che la gente veniva a conoscere di loro leggendo.
    Si misero silenziosi in un angolo, a portata di prelievo di quelle adorabili leccornie e iniziarono a piluccare cibo e ascoltare.
    Le ore trascorsero veloci. L’uomo raccontò cose così belle e vere che li lasciarono senza fiato. I due ragazzi compresero di trovarsi in una stanza piena di amici che li facevano sentire amati.
    Harry ed Hermione si presero per mano e si baciarono dolcemente .
    La loro scuola, ad Hogwarts, poteva certamente aspettare.

  2. C’era, eccome, di che essere in pensiero.
    Più girava tra la gente più era incredula, possibile nessuno la riconoscesse? La giornata era bella, il sole splendeva ed il cielo era di un azzurro cristallino. Incrociava gli sguardi delle persone ma nessuno era sensibile al sorriso, le facce serie, gli occhi sfuggenti concentrati in un mondo privato, si chiedeva cosa o chi abitasse le stanze dei loro cuori.
    Ritornò a casa con un pensiero sgradevole, era di certo tra le più belle ma nessuno pareva accorgersene. Decise che era ora di darsi da fare e capire come mai nessuno fosse in grado di sentirla.
    Accese il computer e navigò un po’ tra le acque di internet, quanta confusione su di lei. Ad un certo punto approdò in un sito di nome MacAdemia dove era in corso un dibattito su di lei. Di nuovo quella percezione di smarrimento, pareva che dovessero esprimere l’inesprimibile parlando di lei; chi la definiva in un modo chi in un altro, ma lei non si riconosceva.
    Saltando da un sito all’altro alla ricerca di se stessa si perse nella rete, ormai non sapeva più chi era, un’emozione, una sensazione, un sentimento?
    Con un gran mal di testa ed una grave crisi di identità la Gioia se ne andò a dormire.
    Ha da passà ‘a nuttata.

  3. Flavio e Cri:fantasiosi e simpatici.Mi piace molto (si può dire Fabio?)la piega che sta prendendo questo blog.Promette bene
    kitty

  4. Le onde del mattino strappano sabbia ai litorali, ne consumano la terra, la vita, i ricordi. Corrodono la natura della spiaggia, per rinascere in essa e da essa come l’immortale fenice, che unisce nel sublime l’essenza dell’uomo e della donna. Queste onde sfuggono all’universo e all’esistenza, superano la realtà. Trasportano terre che odorano di diverso, esseri che si nutrono del nettare di mare e delle carcasse dei loro antenati. Un ciclo che si rigenera e rinasce dalla sua stessa essenza.

  5. Rastrelli di dolore avevano segnato il suo volto nell’ultimo quarto di vita trascorso accanto al suo Possessore, e le onde dorate dei suoi capelli si erano ricoperte di polvere bianca. La sua bocca accennava ad un’elegante carnosità giovanile, ma troppo corrugata per rivelare la sua forma iniziale. Tutto il Saffo: fronte, mento e persino le spalle, sembravano portarsi dietro il peso di anni di sofferenza. Ma i suoi occhi no. I suoi occhi cantavano! Due scintille di luce che richiamano l’attenzione dei minatori, diamanti che splendono sotto la materia grezza che li ricopre.
    Uno squarcio profondo di un’altra materia sembrava fuoriuscire dal suo femore spezzato, che tranciava, a metà, la sua gamba tozza. Quella gamba se la trascinava dietro come un cimelio di guerra: troppo pesante da sopportare, troppo leggero da abbandonare.

  6. mi sono permessa un piccolo esperimento continuare il pezzo di CRI…spero mi perdoni.

    Joy si svegliò con gli occhi pesti, non aveva dormito bene come al solito ma non era da lei lamentarsi. Si guardò allo specchio, si riconobbe e un attimo dopo i suoi occhi tornarono a splendere luminosi come sempre. Si affacciò alla finestra e si riconobbe nel profilo armonioso delle nuvole e nel tepore del sole invernale, sentì la sua stessa voce riecheggiare nel parlottio dei bimbi che andavano a scuola e nella risata di due ragazzini che si tenevano per mano. Invogliata scese in strada. Incontrò una mamma: conduceva orgogliosa un passeggino e nello sguardo fiero di lei ancora una volta Joy si ritrovò. Un uomo col suo cane la riconobbe e le fece un sorriso radioso.Poi incrociò due anziane donne a braccetto: una la salutò con calore, l’altra la ignorò, anzi Joy si accorse che alle spalle della donna c’era una coppietta poco raccomandabile. Proprio loro, i suoi acerrimi nemici: Mme Amarezza e Mr Scontento. Fece dietro front: lei faticava a vincerla con loro, lo sapeva per esperienza.

  7. E V V I V A
    Kitty mi riempi di Gioia!
    il mio (anzi di Eduardo)
    ha da passà à nuttata
    voleva essere una specie di testimone da passare a chi avesse voluto continuare….

  8. Grazie Felicia,sei stata molto chiara e hai fugato le mie perplessità nella comprensione dei testi.forse non metterei i “:” dopo “Saffo “,ma semplicemente una virgola.
    Se il passo 1 e stato scritto dopo la lettura di una poesia allora non sono poi tanto lontana dalla realtà quando affermò che hai una prosa ricca di immagini poetiche!
    Non vorrei essere sembrata ‘saccente’ col mio atteggiamento,perciò chiedo ai nostri compagni …di classe di dire anche la loro.
    Kitty

  9. Hai colto in pieno i contenuti poetici ; )
    Invece ti ringrazio Kitty, vi esorto a darmi sempre consigli, anche dicendo “hai scritto grandi stupidaggini!”, ho moooooolto da imparare!

  10. @ Felicia: sei molto immaginifica,trovo interessanti”rastrelli di dolore avevano segnato il suo volto” e “terre che odorano di diverso” ad esempio,espressioni quasi al limite della composizione poetica. Devo però ammettere che essendo io un’anima semplice anzi, quasi sempliciotta ; ) ,non sono esattamente riuscita a capire del tutto i tuoi scritti, specie il secondo pezzo.Forse perché sono decontestualizzati. mi domando cosa intendi con “tutto il Saffo” e chi è il Possessore? Un demone?. Un marito ,il padrone di una schiava.? Sono stralci del libro che stai scrivendo?se hai voglia mi fai un po’, di luce?
    Kitty

  11. Ciao Kitty!
    Ti ringrazio per l’attenzione e per le domande ; ) In realtà, non riguardano il mio libro.
    La prima è una piccola, anzi, direi piccolissima riflessione senza fine, che nasce dal mio amore per il mare e dall’ispirazione nata leggendo ” The Canonization” di J.Donne. Voleva solo paragonare la natura contaminata e complessa del mare a quella dell”amore.
    Nel secondo pezzo ho fatto un errore di battitura, “in Saffo” intendevo! “Possessore” perché suo marito non è un uomo in particolare, ma l’emblema di tutti coloro che maltrattano le donne. Saffo vuole, ma non riesce a liberarsi del suo possessore perché, come nella maggior parte dei casi, lo ama ancora.
    In breve, il primo è un brano altamente metafisico, il secondo realistico e di denuncia!
    Spero di essermi spiegata!
    Felicia

  12. Ciao Cri, ti ringrazio intanto per l’intervento e per i preziosi consigli! Comprendo le tue perplessità, ma non sono di certo brani che vogliono essere pubblicati!
    Forse ho interpretato male, ma lo spirito di questo post era scrivere liberamente, non scrivere per pubblicare. Sono delle riflessioni scritte in 10 minuti, senza un minimo di editing. Mi piace soltanto scrivere, oggi poesia, domani prosa secca!

  13. La denuncia riguarda soltanto la situazione di Saffo, che soffre ma ama ancora, tanto lontano dalla realtà? Non volevo fornire vie d’uscita, ma identificarmi e far identificare, vivere nella sua testa e ragionare come lei.

  14. @Cri: rileggendo, ho capito cosa intendevi dire, che forma e contenuto non combaciano nel caso di “Saffo” (?!) , hai perfettamente ragione! Qui sotto, un paragrafo a caso del romanzo a cui sto lavorando, approfitto dei tuoi consigli ; )

    “Non vi era un solo rumore che facesse percepire, dall’esterno, la presenza di bambini e ragazzi all’interno delle classi, e questo avvolgeva di inquietudine l’animo di chiunque osasse varcare quella soglia. Lo scricchiolio della porta segnata 2H, fece comparire una minuscola testa da bambina, che si diresse, con gran zelo e sguardo fisso, verso l’infermeria. Una fila di sedie e teste nere si intravedevano oltre la porta socchiusa. Tutte rivolte verso il centro della classe, come a seguire un vuoto interessante.”

  15. Cara Felicia direi che il primo brano potrebbe essere definito una prosa-poesia. Se fossi in te cercherei di metterla in versi, forse risulterebbe ancora più forte.
    Per quanto riguarda il secondo brano ricordati quando scrivi di pensare al lettore, anch’io come Kitty e Cristina mi sono fatta molte domande quando ho letto il pezzo, e purtroppo il lettore comune non può fartele direttamente come noi! Hai una scrittura molto ricca e colta, secondo me dovresti solo imparare a dosarla in maniera diversa. Comunque grazie per il tuo apporto aspettiamo altri lavori!

  16. Ciao Cristina sei riuscita a creare l’aspettativa nel lettore, era questo lo scopo del tuo pezzo? Se è così,complimenti!

  17. Flavio:fantasioso e ironico. Cristina: intrigante e misteriosa. Felicia: poesia in prosa. A Felicia, che mi ha incuriosito molto per il suo modo di scrivere, vorrei dire solo una cosa: in poche righe, se usi nomi come il Possessore e Saffo, rischi di creare parecchia confusione nel lettore. Come Cristina, anche io credo che troppe immagini poetiche tolgano pathos alla scena che, visto l’argomento di cui tratta,a mio avviso dovrebbe essere scritta in modo incisivo e secco lasciando che sia il lettore ad immaginare gli scenari.

    Alessandra

  18. @ Felicia: da lettore medio che entra nelle librerie di questi tempi apro una pagina a caso di un libro e leggo il secondo racconto. Le immagini “rastrelli di dolore”, “onde dorate dei capelli”,”i suoi occhi cantavano”, “diamanti che splendono” conducono ad una dimensione piuttosto poetica e sembrano togliere drammaticità alla scena. Difficile per me che non leggo più di 5 libri in un anno percepire un taglio realistico e di denuncia su un argomento così poco poetico come quello della violenza sulle donne.
    Perdonami se nella scrittura, e probabilmente anche nella vita, sono piuttosto secca

  19. “un cimelio di guerra: troppo pesante da sopportare, troppo leggero da abbandonare”
    sento in questa frase un gusto del sacrificio, quasi un compiacimento della propria sofferenza.
    Se fossi una donna troverei in questa frase un incoraggiamento alla sopportazione anzichè lo stimolo alla denuncia.

  20. Ho riletto il brano di Flavio e devo dire che mi ha riportato ai vecchi tempi del Cilicius di Praglia. Come al solito la sua sottile ironia traspare dagli scritti e rende tutto leggero!

  21. UN SAN VALENTINO TRA TANTI

    Lui le aveva chiesto di attendere seduta su quella panchina ai margini del parco. Così, al buio.
    Per tutta la giornata si era domandata il motivo di quell’ennesimo incomprensibile desiderio. Erano trascorsi solo sette giorni dal loro primo incontro avvenuto di sera. E da allora, ogni sera, s’erano dati appuntamento in luoghi sempre diversi. Solamente il buio, l’assenza di luce, risultava essere la cornice romantica dei loro segreti incontri.

    Stasera però, ne era convinta, l’avrebbe finalmente portata a cena in qualche ristorantino raffinato. Ci sperava tanto. La donna avrebbe volentieri preferito, però, evitare quel sicuro, tradizionale, indispensabile tavolo a lume di candela. Desiderava finalmente avere la prima vera occasione di osservare il suo viso, così poco conosciuto ancora, che immaginava bellissimo, nella pienezza della luce di un salone. Non era persino sicura dell’esatto colore dei suoi occhi. A volte le erano parsi vagamente spenti, altre volte le sue pupille le erano sembrate curiosamente simili al colore del rubino.

    Non sapeva il suo reale nome. Lui, finora, si era solamente limitato a sfiorarle il palmo della mano, con labbra vagamente fredde, ad ogni loro commiato. Che strano. Pareva un uomo davvero di una galanteria d’altri tempi.
    Quello che le stava accadendo l’aveva confidato alle due sue migliori amiche e dai loro sguardi non aveva compreso se fossero realmente invidiose per lei o semplicemente perplesse.
    “Forse possiede altri gusti sessuali” le dissero, un po’ sorridendo tra loro.
    Lei sapeva che non poteva essere così. Ciò che lui riusciva a causarle, ogni volta che si avvicinava, o solamente la sfiorava con la sua pelle, era uno stordente deliquio sprigionante dalle sue viscere assieme ad un desiderio di lasciarsi travolgere da una forza selvaggia e primitiva. Non c’era alcuna spiegazione razionale per una come lei, che di carattere si considerava molto misurata e controllata.

    Avvertì salirle un brivido sulla schiena mentre due mani, da dietro, si posarono sulle spalle. Lui s’era avvicinato alla panchina in assoluto silenzio. Probabilmente era giunto dall’interno del parco già totalmente immerso nell’oscurità. Vide allungarsi davanti a sé la mano diafana di lui e porgerle uno stelo recante sulla sommità una rosa vermiglia. Lei l’afferrò stringendosela al petto e nel far ciò avvertì una fitta di dolore.
    Dal dito, forato da una delle spine del gambo, vide fuoriuscire e ingrossarsi una goccia di sangue. Istintivamente accostò ad essa le labbra che si macchiarono di rosso. Alzò lo sguardo dal fiore e, in silenzio com’era arrivato, se lo ritrovò finalmente ritto dinnanzi a sè . Stavolta il suo viso lo poteva osservare bene.
    Illuminato dalla luna che, in quella sera senza stelle, troneggiava piena nel cielo, il suo volto le apparve davvero meraviglioso malgrado la decisa magrezza e l’evidente pallore. Non riusciva a determinare la sua corretta età. Avrebbe potuto essere quella di un adolescente come quella di un uomo adulto in grado di saper ben portare i suoi anni.
    “Buon San Valentino” le disse. Lei gli sorrise, dapprima, poi le labbra si stirarono in una smorfia di sconcerto. Si rese conto improvvisamente di non averlo mai visto realmente parlare. Si sentì davvero stupida a non essersene accorta prima. Eppure, si chiese, come era riuscito fino ad ora a comunicare con lei? Allibita si domandò se potesse avere doti da ventriloquo o usasse un potere fornitogli dalla mente.
    Ne aveva di fantasia, pensò tra sé.

    La testa iniziò a dolerle sempre più forte e, nel portarsi una mano sulla fronte, vide il suo amato diafano viso avvicinarsi inesorabile. Sembrava quasi che avesse incatenato lo sguardo a quegli occhi che ora gli parevano essere diventati davvero due tizzoni in fiamme.
    Vide la seducente bocca dell’infernale essere socchiudersi a mostrarle una bianchissima fila di denti perfettamente allineati.
    L’eccezione su di essi che notò le gelò definitivamente il sangue.
    Aveva letto troppi libri di narrativa di genere per non sapere che il suo destino sarebbe stato ora quello di unirsi a lui.
    In quella esatta notte.
    Nell’eternità.

  22. @ Felicia
    Evidentemente la deformazione professionale influenza la mia “Schreibanschauung” ?
    Scherzi a parte, ho sempre pensato alla scrittura come ad uno strumento di comunicazione e non come ad un atto di solipsismo (?). Credo che indipendentemente dal proposito di pubblicare o meno un testo chi scrive abbia l’intenzione di comunicare qualcosa. Non è su questo che stiamo lavorando? Non è per questo che Fabio suggerisce di avere chiaro in mente il tipo di lettore al quale ci si rivolge?

  23. La parola non esiste…. credo.
    Ho preso spunto dal termine Weltanschauung, visione del mondo, e mi sono inventata Schreibanschauung, visione della scrittura; uno scherzo, una piccola provocazione sul concetto di comunicazione….
    spero mi perdonerete.
    Chiedo ad Angela di eliminare un mio personale dubbio: si scrive con due o una sola u?

  24. @ Federica: più che creare una aspettativa, pensavo di dare uno stimolo di riflessione su tre termini che a volte usiamo come sinonimi
    emozione sensazione sentimento, e naturalmente lasciare aperto il discorso a chi avesse voluto portarlo avanti.

  25. Ho un quesito: perchè non operare un minimo di – non chiamiamolo editing, chiamiamolo magari ‘controllo accurato e minuzioso’ o magari solo ‘controllo’ – ai nostri scritti, prima di postarli?
    Che senso ha scrivere 200 battute al giorno se non sono scritte accuratamente?
    Che senso ha postare un brano scritto ‘di getto’ e non controllato o almeno sgrezzato un minimo?
    Un conto è dare al lettore un diamante grezzo, un conto è dirgli: ‘Ciàpa chi il piccone, là c’è la miniera, vattelo a cercare’.
    Se il senso di postare uno scritto in questo spazio non è quello di sondare la percezione del lettore (nella fattispecie un compagno di corso, quindi un lettore abbastanza ‘professionale’, mi si passi il termine) rispetto a ciò che scriviamo, allora che senso ha postare?
    Secondo la mia opinione, i testi vanno postati il più possibile presentabili per avere il risultato per noi più interessante/costruttivo.

    🙂 l’emoticon sta a significare che quanto sopra non è detto con intento aggressivo. Non fraintendetemi altrimenti a lezione, la prossima volta, vengo munita di frustino!

  26. Mi sfuggono il senso delle vostre obiezioni riguardo gli scritti postati. Mi spiegate dove starebbe il problema? Non condivido l’idea di scrivere solo, sempre e per forza per qualcuno. A me piace anche chi si cimenta con pezzi senza una vera finalità, elzeviri per il piacere di stendere pensieri. E’ una maniera di mantenere una abitudine allo scrivere che poi ti deve servire per scrivere cose estese più comprensibili e fornite di messaggio. Io mi diverto molto a metterci l’ironia (perchè scrivendo poi sorrido) ma sarei in grado di scrivere anche cosuccie mooolto più amare e depressive (ve le risparmio). Altri sposano il registro poetico e spesso chi li legge poi concorda piacevolmente. Se la consegna fosse: scrivete 200 battute che diano ogni volta un concreto messaggio a chi legge, oppure: scrivete una storia che abbia un senso ed una finalità (e la postate a puntate da 200 battute) potrei capire. Ma la consegna non è questa. O mi sbaglio?

  27. @ Flavio: ciao. Se scrivi tanto per scrivere, solo come mero esercizio, che senso ha postarlo qui sopra? Far vedere che hai fatto i compiti? Avere uno stimolo per farli? Se scrivi solo per scrivere, che senso ha che qualcuno si prenda la briga di commentare?
    Comunque, basta saperlo. Forse sono io un po’ rigida, ma se non capisco una cosa mi permetto di chiederla. (come dice la popolare saggezza: ‘chiedere è lecito, rispondere è cortesia’).

  28. Sono andata a rileggere il cappello introduttivo di Fabio, dice ‘ … per la finalità che vi siete proposti.’ Allora, per non sbagliare (magari vado a commentare minuziosamente 2 appunti) mi dite per cortesia perchè postate qui?

  29. @Tutti. Mi fa un immenso piacere vedere questo sito ufficiale finalmente attivo. Soprattutto, sono entusiasta del fatto che queste pagine stiano cominciando a ospitare le vostre riflessioni, le vostre consegne e persino i vostri dubbi. Il confronto è un’arma perfetta e come tale prevede un periodo di rodaggio prima di essere utilizzata al meglio. Le parole, poi, nascondo significati, logiche e strutture che, a seconda di chi le legge e di come vengono lette, mutano in modo quasi inconcepibile. Gli scopi per cui ciascuno scrive ciò che scrive, sono personali – come ho già avuto modo di indicare nell’introduzione al post -. Allo stesso modo, gli scopi per cui ciascuno interviene, commenta, riflette, sono parimenti personali. Questo spazio è a disposizione di chi lo vuole utilizzare così com’è: vuoto e da riempire. La consegna delle 200 battute serve a farvi prendere dimestichezza e metodo. Soprattutto, serve a farvi confrontare con le parole scritte per rendervi conto – così come credo abbiate già cominciato a fare – di quante sfumature, anche impreviste, esse sappiano colorarsi. Non do mai consigli, per principio, ma vi ricordo uno dei motti di MacAdemia: “imparare divertendosi”. Se l’unite all’altro grande imperativo “libertà completa”, che mi sentite ripetere continuamente, avrete il quadro completo di cosa possa rappresentare uno spazio vuoto. Dal mio personale punto di vista. Buon lavoro e buon divertimento a tutti!

  30. Confermo: WELTANSCHAUUNG: con due u …
    SCHREIBANSCHAUUNG: non esiste nel mio
    dizionario pero’ trovo creativamente
    carina l’invenzione della Cri …

    Angela

  31. Leggere e commentare fa parte della libertà del lettore, l’autore può solo trarne delle conclusioni sugli effetti che il proprio testo ha prodotto. Se poi l’autore ha scritto per sé o per altri sono affari suoi, se l’ha postato qui è evidente che lo sottopone comunque all’attenzione dei lettori.

  32. Certo, se lo posti qui lo sottoponi all’attenzione dei lettori. Quindi sarei curiosa di sapere a cosa serve, a chi scrive, sottoporre all’attenzione dei lettori una cosa scritta di getto, così, voilà. Curiosità.

  33. Faccio un’ultima domanda prima di ritirarmi nel mio regno a fare tortellini: non si potrebbe avere uno spazio tutto dedicato a chi scrive (bene) espressamente per farsi commentare? Io di preferenza andrei a leggere lì.
    Ciao, grazie e buona serata a tutti.

  34. Mi pareva ovvio che chi scrive e posta qui lo faccia anche e soprattutto per farsi commentare. Già l’idea di scrivere (anche di getto) qualunque cosa, sapendo che non rimarrà confinata nel tuo intimo mondo, ma verrà letta (e forse giudicata) da un gruppo di lettori/scrivani che abitualmente si riuniscono attorno ad un tavolo, ogni sette giorni, fa differenza (parecchia secondo me). Se poi la consegna è quella di scrivere persino quotidianamente spero non si pretenda che ci si arrovelli ogni volta, prima di iniziare, con: idea, soggetto, titolo, sviluppo trama, target a cui è rivolto, schemini e caselle stile battaglia navale ecc… Perdonatemi ma allora lascio perdere. Mica stendiamo qui il nostro romanzo. Scriviamo bene? Scriviamo così così? Ecchissenefrega!! Importante farsi venire voglia di scrivere e di provare il “brivido” di farsi leggere. Se poi si ambiscono altri luoghi migliori per leggere e commentare bene lo stesso. Se li trovate: beati voi. Chi rimane e continua qui è beato uguale. Ora, scusate, mi ritiro a fare la peperonata (vero!). ;O)))

  35. Dovrò anch’io darmi alla peperonata perchè sono stata a chiacchierare al tel e i tortellini è diventato troppo tardi per farli. Ho però continuato a pensare allo scopo di questo spazio e c’è sempre qualcosa che non mi torna.
    Se, come dice Flavio, lo scopo è scrivere così come viene, tanto per farsi leggere (perchè l’idea di essere letti da qualcuno stimola la mano dell’artista) ben venga questo spazio ma è meglio saperlo perchè io non ho mica tanta voglia di leggere qualcosa buttato lì così come viene. Ho da fare montagne di tortellini e non ho tempo (ovviamente, io parlo per me).
    Se invece questo spazio viene usato per postare qualcosa che si è scritto (o si è tentato di scrivere) bene e si vorrebbe avere un riscontro da qualche disponibile lettore-compagno-di-corso, un lettore in grado di dare indicazioni soprattutto ‘tecniche’, allora il tempo mi sento di trovarlo e senz’altro lo trovo volentieri.
    Ma facciamo una dichiarazione di intenti, per cortesia. Se vado ad una festa, ci vado vestito bene. Se posto un brano, per favore che sia ben scritto, altrimenti che pubblico vado cercando? Che commenti posso ottenere? A che mi servirebbero? E ancora, voglio quei commenti o voglio solo che mi dicano mi piace tanto quello che hai scritto di getto, sei il nuovo genio della letteratura?
    Eilà, sto facendo un po’ di ironia, che nessuno se n’abbia a male per favore.
    Vorrei però capire chi mi piacerebbe leggere sempre e chi solo ogni tanto per dirgli/dirle ‘bello, bello’. Per questioni di tempo prezioso (il mio).
    Ringrazio anticipatamente per l’attenzione e il tempo dedicatomi.

  36. trovo che la discussione stia portando buoni frutti, due ottimi risultati tortellini e peperonata…. posso venire a cena da voi?
    @emamuela mi spieghi come si fa ad aggiungere la faccina? quando sono nata non esistevano i computer

  37. Di solito, ci sono combinazioni standard di segni da associare per far sì che vengano fuori gli emoticon. Oltre a quella che ti ho detto sopra, se fai : ( di seguito dovrebbe venire fuori la faccina triste.
    😀 uno che si fa grasse risate 🙂

    oppure, puoi essere creativa tu usando i vari segni per fare faccine:

    @-@ -_- *-* queste le combini con la tastiera. Baci

  38. Bella discussione, ma c’è un altro problema: le battute dovrebbero essere 200! Due frasi, due frasi due, ragazzi!
    Purtroppo il mio tempo è molto poco, ma scrivere due frasi mi intriga molto. credo nasconda insidie e sorprese. Un lettore che legge due frasi cosa ne può trarre? Un autore che scrive 200 battute cosa può imparare?. Lunedì ci provo. Buon fine settimana a tutti.
    Alessandra

  39. @Cri: Chiunque abbia un cervello, funzionante o meno, scrive o parla per comunicare con gli altri (!?), a prescindere dal background professionale o culturale, dal fatto che abbia 25 o 50 anni!
    Forse a modo mio e verso un lettore ideale che non abbraccia che una piccola percentuale di persone contorte o ignoranti, ma il mio intento è, come quello di tutti, di comunicare.

  40. Per andare ad una festa con il miglior vestito bisogna prima imparare a vestirsi (magari con i primi stracci che ci capitano per mano e con la nostra primitiva fantasia e gusto). E qua mi sembra di stare nella migliore sartoria per imparare. E poi, Emanuela, i tuoi appelli al “scrivere bene” non portano a nulla. Facile leggere bei scritti. A noi interessano le tue critiche costruttive. Perciò: scatenati pure e colpisci (costruttivamente sia chiaro). Ciao

  41. Ahimé, pare che non riesca a spiegarmi. Mea culpa. Riprovo.
    Quando parlo di ‘scrivere bene’ non voglio dire che se uno non è un Manzoni non deve postare.
    Intendevo porre l’accento sul fatto che se si offre da leggere ed eventualmente commentare un pezzo scritto di getto, a meno che non si sia un genio della letteratura, di solito non è un gran che. Diverso è invece il discorso se il pezzo offerto e postato è stato meditato ed elaborato e portato a un certo livello di scrittura (ognuno il suo).
    Poi, se uno vuole postare la lista della spesa, liberissimo, ma i commenti saranno di conseguenza, o magari non ci saranno affatto, chissà.
    Io preferisco commentare un pezzo che trasuda impegno (sudore, lagrime e piezz’e core -e con questo non mi riferisco al contenuto ma alla forma-) piuttosto che una lista della spesa, ma questi sono i miei gusti personali e capisco che ognuno ha i propri.
    Spero di essere riuscita a spiegarmi.
    Fra poco tornerò con qualche ‘bel’ commento e entro domenica spero di riuscire a postare le mie 200 battute (circa). Ciao ciao.

  42. Ho tentato di contenermi in 200 battute ma é dura, credo di essere a 400. D’altro canto volevo postare qualcosa che avesse un senso. Confesso che ho limato a lungo questo brano che farà parte del mio libro.Ve lo consegno…

    ‘Ero cresciuta in un clima di reciproca freddezza tra mio padre e mia nonna ma, poiché non si viveva insieme,non mi ero mai posta il problema da cosa nascesse.Crescendo avevo dato per scontata la vicendevole indifferenza.Persino mia madre, quando, bambina, avevo colto la corrente d’aria fredda che scorreva tangibile tra i due, era sempre stata vaga e parca di spiegazioni,finché col tempo, avevo smesso di fare domande e mi ero adattata a quella reticenza, tanto che il loro rapporto, alla fine, mi sembrava normale. In fondo erano suocera e genero.’

  43. Nel sottoporvi il mio testo, incontro un problema. Vi sono delle frasi in corsivo che qui non posso differenziare dalle altre. Scriverle tutte in maiuscolo non mi piace, quindi indicherò fra parentesi il corsivo, quando c’è. Spero che non risulti troppo fastidioso.

    La prima volta che vidi la sua sagoma scura accucciata dietro l’albero, ebbi paura. Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che avevo visto un altro essere umano! (corsivo) Così tanto tempo, non ricordavo nemmeno quando avevo smesso di tenere il conto degli anni (fine corsivo). Mi nascosi fra le rocce. (corsivo) La foresta ti insegna a diventare silenzioso e invisibile (fine corsivo).

    Grazie per tutto ciò che vi verrà in mente di dirmi.
    Ciao.

  44. Ciao Kitty, di solito si lascia uno spazio fra il segno di punteggiatura e la parola successiva, sempre che non sia cambiata la regola.
    Ci sono due punti dove la lettura del tuo brano mi fa inciampare la lingua come se mancasse qualcosa, quindi ti suggerisco due aggiunte che mi pare possano rendere più scorrevole l’andamento della frase:

    (…) non mi ero mai posta il problema DI INDAGARE da cosa nascesse.

    Crescendo avevo dato per scontata la LORO vicendevole indifferenza.

    C’è una ridondanza: la frase 2 e la frase 3 ripetono lo stesso concetto.

    La frase 3 andrebbe rimaneggiata perchè risulta un po’ pesante con tutte quelle virgole.

    N.B. quanto sopra, ovviamente, secondo il mio modesto e fallace giudizio dovuto al fatto che ancora non hanno accolto la mia domanda di upgrade al livello ‘Dio’.
    Buona giornata.

  45. Ciao Flavio, faccio qualche osservazione sul brano che ci hai sottoposto nel post nr. 1:

    ‘In fondo s’era ancora a febbraio.’

    Mi sembra che davanti ai mesi sia più corretto usare la preposizione IN invece che A. A sostegno di questa osservazione ho cercato la regola su internet e ho trovato indicazioni qui:

    http://www.accademialeonardo.it/study-italian-on-line/preposizioni.html

    se però trovi qualcosa a sostegno della tua scelta, ti prego di indicarmelo perchè sono sempre lieta di correggermi.

    ‘“Non credo mia cara Hermi”, disse Harry carezzandole la guancia. “Le costruzioni più alte che vedo sono il campanile alle tue spalle e l’osservatorio astronomico, credo, che vedi laggiù”.’

    Il secondo ‘credo’ stona.
    Il mio modesto suggerimento: Le costruzioni più alte che vedo sono il campanile alle tue spalle e /quello che forse è l’osservatorio astronomico, laggiù/ l’osservatorio astronomico che vedi laggiù / ecc
    Soluzioni che eliminano la ripetizione di ‘credo’ in uno stretto giro di frasi.

    ‘All’improvviso volsero lo sguardo in basso e, da un lato del chiostro, notarono aprirsi una porta. All’interno di essa intravvidero un tavolo con alcune persone sedute. L’aria espandeva un’aroma di cibarie (…)’

    Dovresti cambiare ‘all’interno di essa’ perchè non vedono all’interno della porta bensì OLTRE la porta. Oppure all’interno della stanza che c’è dietro la porta, o che si apre oltre la porta.

    ‘Inforcarono ognuno la propria scopa di Quidditch e volarono all’interno della stanza.
    Quello che videro, senza essere scoperti, li lasciò senza parole.’

    Forse si può rendere più scorrevole dicendo: Inforcarono le loro scope e volarono invisibili … Quello che videro li lasciò senza parole.

    ‘Scoprirono così la loro storia narrata. O almeno quello che la gente veniva a conoscere di loro leggendo.’

    Bisognerebbe sottolineare il nesso fra quello che dice l’uomo e il fatto che vengono a scoprire che la loro storia è narrata nei libri e che quel signore la sta raccontando a un gruppo di persone. Noi sappiamo che si tratta di un seminario tenuto da Fabio a Praglia, ma il lettore comune no e secondo me, scritto così, non è molto chiaro (per il comune lettore).

    ‘Harry ed Hermione si presero per mano e si baciarono dolcemente .’

    ARGHHHHH ! Cornificano Ron. Questo non può essere! Non può essere MAI !!!!!!

    😉

  46. Forse che la consegna di 200 battute sia un modo per far sì che si impari a scrivere due frasi alla volta che abbiano senso insieme e che forniscano informazioni, o concetti, o facciano progredire la storia, creino aspettative, pathos o altro ancora?
    Bella sfida! 🙂

  47. @Ema: ho trovato sensate le tue osservazioni, ne terrò conto. So che spesso dimentico lo spazio dopo la punteggiatura e so anche che ho un modo do scrivere un po’ arzigogolato. Ben vengano le correzioni, ho postato proprio perchè mi aiutiate.
    Kitty

  48. Kitty: ho colto anche un problema logico. Prima affermi che la bambina non si è mai posta il problema riguardo ai motivi di quella freddezza, poi dici che la madre era sempre stata parca di spiegazioni. A mio avviso c’è una contraddizione.
    Buona domenica 🙂

  49. Nessuno finora ha fatto cenno al “Valentino ” che ci ha postato Flavio.C’è sempre una vena ironica nei suoi scritti ed è innegabile che ‘sa’ scrivere anche se il soggetto è un po’,scontato e prevedibile stavolta.
    Kitty

  50. @Emanuela: ho letto con attenzione i tuoi commenti e ti ringrazio moltissimo per i suggerimenti. Appena ho un attimo proverò a riscrivere il secondo brano apportando delle modifiche. Il senso c’era, eccome, ma leggendo i vostri commenti, ho capito che non è arrivato (mea culpa, naturalmente!). Mi rendo conto benissimo che un radicale cambio di stile e lessico da una riga all’altra ha un retrogusto amaro e confonde il lettore. Sto lavorando molto all’utilizzo di una stoffa per volta, altrimenti nell’insieme sembra l’abito di Pippi!
    Curiosa la tua osservazione sul primo brano, sono anni che questo maledettissimo René e il suo “vague des passions” si impossessa, a tratti, della mia mente!
    Grazie!

    Felicia

  51. La mia vita stava andando a puttane; anche se potevo nascondere la mia malattia agli altri, sapevo che il Safety Detector mi avrebbe denunciato. E mentre ero in fila per strisciare il mio chip su quella macchina infernale, con lo stomaco che stava ancora decidendo se trattenere o meno la colazione, qualcuno mi afferrò e mi trascinò fuori dalla fila.

  52. @ Felicia: secondo me un radicale cambiamento di stile e lessico si può adattare bene a dialoghi o pensieri di personaggi diversi, anche all’interno di una stessa pagina (anzi, sarebbe auspicabile).

    @ Felicia nr. 67 : Hehehe, va bene anche in salatini 😛

  53. @Kitty: si, è volutamente scontato il personaggio. E’ una facile parodia sui vampiri “gggiovani” che imperversano sulle librerie e cinema ultimamente.

    @Emanuela: “a febbraio” sarebbe una licenza poetica che spesso involontariamente mi concedo quando scrivo. E’ vero, non dovrebbe probabilmente essere così ma, ad orecchio, mi piace.

    Quel “credo” doveva dare alla frase un senso di spontaneità (della serie parla come mangi) ma in effetti non pare molto felice il risultato.

    su: All’interno/oltre assolutamente nulla da obiettare. E’ esattamente il termine che non mi riusciva di sostituire adeguatamente (è veramente necessario che ci siano altre persone a rileggere quanto uno scrive).

    Inforcarono le loro scope… E’ generico, qui il termine Quiddich è fondamentale.

    Il gioco del racconto è fintamente rivolto ai lettori di HP. Questa cosa è stata scritta solo per noi macademici quindi non necessita di spiegazioni più in dettaglio.

    Infine: su Hermione rassegnati. Mi piace pensarla così. Un po’ gattamorta con chiunque. In fondo me lo posso permettere. Non ho letto un rigo della saga nè mai visto un film.

    Grazie per la tua attenzione.

  54. @ Ale, nr.68 :

    Io snellirei un po’:

    La mia vita stava andando a puttane; potevo nascondere la mia malattia agli altri, ma il Safety Detector mi avrebbe denunciato. Mentre ero in coda per strisciare il mio chip su quella macchina infernale, (con) lo stomaco che stava ancora decidendo se trattenere o meno la colazione, qualcuno mi afferrò e mi trascinò fuori dalla fila.

    Ho cambiato il primo ‘fila’ con ‘coda’ per evitare la ripetizione ravvicinata. Ho tolto ‘E’ all’inizio della frase perchè non mi piace molto.

    L’ultima frase si può rendere ancora più scorrevole :

    Ero in coda per strisciare il mio chip su quella macchina infernale, con lo stomaco che stava ancora decidendo se trattenere o meno la colazione, quando qualcuno mi afferrò e mi trascinò fuori dalla fila.

    P.S. questo però giura che lo finisci e me lo fai leggere!

    @ nr. 63: ci saranno altre occasioni, inoltre la mostra c’è per un paio di mesi ancora, se ti interessa. ciao.

  55. @ Flavio :

    (è veramente necessario che ci siano altre persone a rileggere quanto uno scrive) = Sante Parole !

    Su Hermione: prima o poi scoprirò qual è il tuo romanzo preferito e scriverò un racconto lugubre in cui il personaggio principale del tuo libro del cuore si fidanzerà, riamato, con Monti. Allora la mia Hermy sarà vendicata!!!!

  56. finalmente anche per me è domenica, anche se per tutti è lunedì.
    @ Felicia: sicuramente non ho saputo commentare con precisione il testo, me ne scuso, trovo che i suggerimenti di Emanuela siano ricchi e dettagliati.
    @ Angela: grazie, un dubbio in meno.
    @ Emanuela: grazie per avermi svelato un mondo!

  57. Ho letto con attenzione il piccolo brano di Emanuela e avrei alcune osservazioni da fare:
    1) Alla fine della seconda frase toglierei il ! sostituendolo, invece con un punto fermo.
    2)Nella terza frase, dopo l’espressione ” Così tanto tempo” non metterei la virgola ma il punto esclamativo
    3)Non ripeterei comunque l’espressione “così tanto tempo” è ridondante
    4) Non ho capito bene l’utilizzo del corsivo: forse in questo modo definisci i suoi pensieri?
    Generalmente mi infastidisce la lettura il cambio di carattere, preferisco chi ne fa a meno. Ma questa è solo la mia opinione 🙂
    Spero di essere stata utile

  58. Alessandra: in effetti non sono stata chiara, volevo far intendere che da bambina aveva cercato una spiegazione dalla madre ma poi , non riuscendo a capire aveva lasciato perdere.comunque ringrazio perché capisco che sono stata poco efficace
    Kitty

  59. Ema:per quanto riguarda il cambio di carattere mi attengo a quanto suggerisce Fabio: meglio evitare e cercare di essere esaustivi e comunicativi con i caratteri normali, specialmente in frasi così brevi. Forse volevi distinguere azione e pensiero?per il resto concordo con Ale.
    Kitty

  60. @ Ale e Kitty, sì è un esperimento che sto facendo, dovrebbe distinguere azione e pensiero. In linea di massima anch’io non amo particolarmente il cambio di carattere, ma ultimamente ho trovato romanzi che lo utilizzano e non mi ha infastidito. Dipende credo dalla bravura di chi lo utilizza.
    Ale, grazie dei suggerimenti, appena riesco provo ad apportare le modifiche al mio testo e vedo come viene.
    Ciao.

    P.S. qualcuno ha voglia di venire a vedere la mostra sulle illustrazioni del libro del Settecento? Magari mercoledì mattina? La mostra apre alle 10, Eremitani.

  61. @ Fabio, perchè non apri un altro post per i nuovi brani da inserire? questo sta diventando lunghissimo. Più che un monitor rettangolare, fra un po’ ci vorrà un monitor a forma di obelisco per riuscire a leggere qualcosa senza farsi chilometri di scroll.

  62. @ Felicia, ciao. Riporto nel mio post il tuo brano per comodità, da qui sono troppo lontana per averne un’agevole lettura.

    Le onde del mattino strappano sabbia ai litorali, ne consumano la terra, la vita, i ricordi. Corrodono la natura della spiaggia, per rinascere in essa e da essa come l’immortale fenice, che unisce nel sublime l’essenza dell’uomo e della donna. Queste onde sfuggono all’universo e all’esistenza, superano la realtà. Trasportano terre che odorano di diverso, esseri che si nutrono del nettare di mare e delle carcasse dei loro antenati. Un ciclo che si rigenera e rinasce dalla sua stessa essenza.

    La prima frase è bellissima, quelle onde che consumano i ricordi ai litorali mi colpiscono subito.

    Nella seconda frase, proverei a togliere qualcosa, faccio prima a riscriverla che a specificare le parole:
    Corrodono la spiaggia, per rinascere in essa come l’immortale fenice, che nel sublime unisce l’essenza dell’uomo e della donna. (ho cambiato di posto anche al sublime 😉 )

    Terza frase: toglierei ‘queste onde’ cominciando direttamente col verbo, come hai fatto nella seconda, perchè il soggetto è lo stesso e ripeterlo mi sembra che appesantisca un po’.

    Nell’ultima frase toglierei il ‘che’.

    ciao ciao

  63. Aggiungo al post nr 62 che toglierei a ‘immortale fenice’ l’articolo.

    E’ una prosa lirica, si potrebbe parlare di ‘prosa poetica’ come quella di Chateaubriand. A me piace molto l’uso delle immagini nella prosa, però ho notato che non bisogna abusarne nella narrativa perchè se sono troppe scocciano (esprimo la mia personale opinione di lettore).

  64. @ Felicia:

    riporto qui il tuo brano per mia comodità.

    Rastrelli di dolore avevano segnato il suo volto nell’ultimo quarto di vita trascorso accanto al suo Possessore, e le onde dorate dei suoi capelli si erano ricoperte di polvere bianca. La sua bocca accennava ad un’elegante carnosità giovanile, ma troppo corrugata per rivelare la sua forma iniziale. Tutto il Saffo: fronte, mento e persino le spalle, sembravano portarsi dietro il peso di anni di sofferenza. Ma i suoi occhi no. I suoi occhi cantavano! Due scintille di luce che richiamano l’attenzione dei minatori, diamanti che splendono sotto la materia grezza che li ricopre.
    Uno squarcio profondo di un’altra materia sembrava fuoriuscire dal suo femore spezzato, che tranciava, a metà, la sua gamba tozza. Quella gamba se la trascinava dietro come un cimelio di guerra: troppo pesante da sopportare, troppo leggero da abbandonare.

    Quel ‘rastrelli di dolore’ merita un applauso. In questi giorni me lo sono ripetuta varie volte, solo per il piacere di rivivere la sensazione che mi suscita. Mi ricorda molto l’uso del correlativo oggettivo di Donne e T.S. Eliott (io li adoro! pensa che quando non c’è nessuno percorro la mia casa declamando in lungo e in largo ‘The Love Song of J. Alfred Prufrock).

    Andando avanti nella lettura, però, mi si è confuso il senso del brano. Prima arriva il ‘Possessore’ e mi dico, ok una figura allegorica, evocativa; quindi stiamo parlando di una schiava (labbra carnose ecc = femmina)ormai vecchia. Si chiama anche Saffo, per di più, che me la connota come femmina, se non esplicitamente lesbica, almeno bisessuale. Urca, mi dico, vediamo dove andiamo a parare.

    Poi arriviamo agli occhi che cantano. Bella immagine, ma molto in contrasto con quello che è stato suggerito prima. Una Saffo che sta invecchiando inesorabilmente fra le grinfie di un Possessore, mi viene da pensare che più che cantare cerchi di intonare una bella vendetta. L’immagine, sempre relativa agli occhi, che viene subito dopo risulta un po’ pesante: meglio una figura retorica alla volta riferita allo stesso ‘oggetto’, altrimenti si rischia di affaticare chi legge.
    Poi, dalle suggestioni intense che impregnano le righe appena lette mi ritrovo in una scena ambiguamente splatter in cui c’è uno squarcio profondo e una materia che esce da un femore spezzato … ehm, mi chiedo, dove sono finita?
    E la gamba tranciata se la portava dietro in spalla?
    Mi sono perduta per la strada. E fatico ad individuare un filo conduttore.

    In un post successivo dici che dovrebbe essere un brano ‘realistico e di denuncia’, ma non sembra realistico. Anche la denuncia non riesco a percepirla, ma coraggio! Hai una buona capacità di scrivere. Prova a rimaneggiarlo, se hai voglia. E posta ancora che ti leggiamo con piacere.
    (Ovviamente, come al solito, per tutte le domande/chiarimenti su quanto ho sopra espresso, c’è una lieve soprattassa di 50 euro -a domanda- che mi si può corrispondere in contanti direttamente a lezione) 😉

  65. Quella benedetta e iniziale la uso anch’io. In fondo ci sono dei precedenti illustri.;-) A volte non mi dispiace anche un ‘Ma’, contro ogni regola!
    Kitty

Rispondi a Emanuela Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *