Una riflessione di Alessandra

Ci sono molti modi per stare bene. Uno di questi consiste nel condividere ciò che si ha e ciò che si pensa, con gli altri. Alessandra l’ha fatto e io la ringrazio perché ha scelto MacAdemia per esprimersi. Spero che il suo esempio sia seguito a breve da tutti voi che mi – e ci – leggete. Ecco il suo contributo. Per inciso: non dimenticate l’appuntamento di domani con il Seminario su Il meraviglioso mago di Oz!

A proposito di romanzi e di suggestioni, vorrei condividere con gli amici del Corso Avanzato alcuni passi della prefazione che Herman Hesse ha scritto per Demian, libro dello stesso Hesse pubblicato per la prima volta nel 1919. A me è sembrata molto interessante e credo che abbia molto a che fare con i temi che stiamo trattando nelle bellissime serate del lunedì.

“[…] Quando scrivono romanzi, gli scrittori fanno come se fossero Dio e potessero abbracciare con lo sguardo e comprendere la storia di un uomo e riprodurla quasi Dio la narrasse a se stesso, sempre essenziale e senza veli. Io non ne sono capace, come non ne sono capaci gli scrittori. La mia storia però ha per me più importanza di quanta non ne abbia per altri scrittori la loro; è infatti la mia, è la storia di un uomo non inventato e possibile, non ideale o in qualche modo non esistente, ma di un uomo vero, unico, vivente. Certo, che cosa sia un uomo realmente vivo si sa oggi meno che mai, e perciò si ammazzano gli uomini in grandi quantità, mentre ognuno di essi è un tentativo prezioso e unico della natura. Se non fossimo qualcosa più di uomini unici, se si potesse veramente togliere di mezzo ognuno di noi con una pallottola, non ci sarebbe ragione di raccontare storie. Ogni uomo però non è soltanto lui stesso; è anche il punto unico, particolarissimo, in ogni caso importante, curioso, dove i fenomeni del mondo s’incrociano una volta sola, senza ripetizione […]”

6 thoughts on “Una riflessione di Alessandra”

  1. Ho chiesto alla nostra Cristina Mondadori di fornirci di un elenco di titoli “nuovi” in modo che noi possiamo leggerli, Che ne dici, Fabio, si può fare qui sul sito? Cristina ci racconta i libri in un modo superlativo.
    Alessandra

  2. L’unicità ormai spaventa, come l’originalità così nella letteratura come nella vita. Dovremmo impegnarci di più a toglierci di dosso i “vorrei ma posso” e i “faccio ma non voglio”, in arte come nel quotidiano. Così risulterebbe naturale la particolarità dell’individuo, accolto all’interno del grande caleidoscopio umano.

Rispondi a libRaia in-Catena-ta Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *